Cara Emma

Emma in spiaggia

 

Ciao Emma. Ti scrivo perché mi è tornata in mente una tua immagine molto dolce, che rispecchia un lato del tuo carattere che tanto mi piace e altrettanto mi cruccia: la tua fantasia, il tuo romanticismo. Avevi allora quattro anni ed eravamo al mare, l’acqua cristallina che ci bagnava i piedi. Il cielo era di un azzurro netto e definito, neanche una nuvola in cielo. Le tue sorelle giocavano nel bagnasciuga, papà faceva castelli di sabbia, tu sedevi su uno scoglio basso, largo e levigato. Prendevi manciate di sabbia e le spargevi sullo scoglio per poi disegnarci le “tue” storie. Con le tue dita affusolate facevi nascere avventure e personaggi fantastici: fanciulle meravigliose con i capelli lunghissimi, gnometti dispettosi, principi armati di torte al cioccolato e cavalli di fuoco. La tua silouhette si stagliava solitaria mentre tutto intorno a te rumoreggiava, gli altri bambini schiamazzavano, schizzavano, saltavano. I tuoi lunghi capelli biondi brillavano al sole, le tue labbra si socchiudevano nel raccontare questa o quella storia, una storia segreta che narravi piano piano, sottovoce, nel segreto dei tuoi pensieri.

Hai continuato a disegnare le tue storie di sabbia anche quando delle bimbe incuriosite si sono avvicinate a te; tu hai sorriso, e hai continuato a tracciare minuscoli mondi con il tuo ditino su quella pietra dorata. Eri tanto assorta in quel momento che io non avevo spazio nel tuo mondo: eri lontana da tutto e da tutti. Ho sentito allora una piccola fitta allo stomaco perché la tua fantasia – come una navicella spaziale – ti portava lontano anche da me. Infine ti sei alzata, ti sei guardata intorno, ti sei levata la sabbia di dosso e sei entrata in acqua a schiamazzare, a schizzare, a saltare.

Quell’immagine di te, rapita dalla tua fantasia, la porto dentro con tanta dolcezza: un attimo in cui non ci sei per nessuno e voli come le pétit prince nello spazio infinito. Sei mia figlia e credo di sapere tutto di te, ma tengo il fiato fino a quando non torni da quei viaggi immaginari che mi suscitano al contempo rispetto e inquietudine. Verrà un giorno in cui quei viaggi saranno reali, e ti porteranno sempre più in là a conoscere il mondo ed io, bambina mia, starò ad aspettarti ai piedi di quello scoglio sul quale disegnavi quando avevi quattro anni …

Tua mamma.

6 thoughts on “Cara Emma

  1. vorrei dirti qualcosa di arguto e originale ma riesco solo a dire che queste parole sono molto belle e rispecchiano quel senso struggente di essere altro dai nostri figli e che loro sono altro da noi con i loro silenzi e i loro angoli in cui non entreremo mai.

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